pedagogista
Vivo a Faenza, una cittadina che ancora permette una vita a misura d’uomo, quella che molti di noi inseguono. La misura a cui ci riferiamo è però quella dell’adulto. I bambini oggi, si muovono molto meno rispetto al passato, trascorrono buona parte della giornata al chiuso, la settimana è scandita da impegni che lo vedono coinvolto in attività tra quattro mura e le tecnologie spingono a stare comodamente in poltrona, in solitudine.
Le conseguenze sul piano della salute fisica ed emotiva sono preoccupanti. I bambini oggi sono incapaci di fare una capriola, di arrampicarsi su un albero; potrebbe apparire un problema non rilevante e risolvibile con lo sport, ma il gioco libero è altra cosa.
Il gioco libero è occasione fondamentale per la crescita e per una socialità formativa. La vita di cortile e di strada è autentica autoformazione; i bambini si educano al rischio, alla capacità di risolvere problemi, a incontrare la diversità sociale e culturale. Apprendono le regole, a fare amicizia, a controllarsi e regolare le emozioni, indistintamente tra grandi e piccini. Ma oggi il gioco libero all’aperto dove è possibile? Dove sono gli spazi che permettono ai bambini di vivere la dimensione del gioco spontaneo?
I parchi pubblici e i cortili sono regolamentati con numerosi divieti, che non tutelano il gioco come bisogno imprescindibile per la crescita e lo sviluppo del bambino. Giocare è un diritto. La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ne rileva l’importanza sostenendo che “I bambini hanno diritto di dedicarsi al gioco” (art. 31), richiamando tutti gli adulti ad adoperarsi affinché venga rispettato.
L’Italia, prendendo spunto dalla normativa internazionale, con la L. n. 176/1991 ha ratificato la Convenzione sui Diritti del Fanciullo del 20.11.1989, la quale all’art. 31 sancisce quanto segue: “Gli Stati riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica“.
Partendo dal riconoscimento del diritto e soffermandoci in particolare sui regolamenti condominiali, è ormai diffuso che questi ultimi vietino l’uso degli spazi comuni per il gioco. Divieto che nasce per allontanare conflitti che nascono tra i condomini e che purtroppo vivo nella quotidianità, con i miei figli. Milano, Torino, Rimini sono amministrazioni che nel rispetto della legislazione internazionale, hanno recepito tale principio garantendo il diritto di gioco negli spazi condominiali. Esempi ai quali la comunità può riferirsi, affinché sempre più diffusamente sia restituita una città a misura di bambino.
Giocare è una cosa seria. Un bambino che può esprimere la propria dimensione creativa, volitiva e del desiderio, sarà un adulto rispettoso dell’umanità e dell’ambiente. Per contrastare il fenomeno, è necessario uscire da una forma pensiero che valuta e che vede prevalentemente la dimensione logico-concettuale. Il corpo ha una sua dignità; il movimento e le sue espressioni sono significative per le relazioni e la comunicazione, influenzando lo sviluppo del carattere.
Prendiamoci cura dell’infanzia, a partire dalle buone pratiche. Soffermiamoci ogni giorno ad osservare se i tempi e gli spazi sono quelli adatti al bambino. Organizziamo momenti per stare insieme, permettendo a bambini di giocare liberamente, senza uno sguardo adulto limitante, ma attraverso una postura fatta di gesti, sguardi, voci che aiutino a dare forma al piacere.
Da genitori, da educatori, da adulti appropriamoci dei diritti che sono negati, a partire dai regolamenti condominiali. E’ nostra responsabilità far sì che i cortili si ripopolino di colori, di conte, di schiamazzi e desideri. Per garantire un futuro con meno abusivismo, con cibo sano, con capacità ad accogliere la diversità, restituiamo i cortili ai bambini.
Per ogni bambino libero di giocare, avremo adulti con la voglia di vivere.
Articolo pubblicato sulla rivista TERRA NUOVA n. 344 Dicembre 2018
CECILIA FAZIOLI
pedagogista e counselor,
consulente per le scuole parentali
Faenza (RA)
info.ceciliafazioli@gmail.com / Facebook / canale Telegram: Pedagogia delle piccole cose
CECILIA FAZIOLI
pedagogista e counselor, consulente per le scuole parentali
Faenza (RA)
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