Cura

in latino cur è l’avverbio interrogativo perché

e se la cura fosse solo farsi le domande giuste?

e se curare fosse continuare a chiedersi perché?

e se la curiosità fosse il modo migliore per curare?

Claudia Fabris, Parole sotto sale

Il dialogo, i gesti, gli sguardi
e a partire da queste
condizioni che si costruisce
la relazione

La consulenza per offrire
nuovi mondi di esistenza,
restituendo vitalità

Pedagogia delle piccole cose

Cura Educativa

La parola cura, nella relazione educativa parla di rispecchiamento e sostegno reciproco. Attraverso la cura si protegge, si consola, si accompagna favorendo il miglioramento della qualità dell’esistenza. Nella reciprocità prende forma la persona; l’incontro tra l’io e il tu si esprime attraverso il dialogo, i gesti, gli sguardi e a partire da queste condizioni che si costruisce la relazione, che è di sostegno al fare esperienza. Occorre quindi creare spazi di accoglienza, spazi temporali e spazi fisici per dare valore allo stare con l’altro attraverso la cura.

La cura è avere tempo, è avere spazio per sé e per l’altro, la cura è curiosità e meraviglia. La cura è un bisogno essenziale perché dice del bisogno dell’altro. Il bambino e il ragazzo hanno bisogno di essere accolti nello sguardo del genitore, dell’insegnante per divenire il loro poter essere e si apprende così a potere confidare nell’altro.

Nei contesti educativi occorre garantire attenzione a ciascuno, nella sua singolare individualità ed essere capaci di andare oltre i protocolli, le abitudini consolidate, i programmi e il solo istruire. La cura è la premessa per formare future generazioni che sappiano prendersi cura a loro volta degli altri e dell’ambiente.

La cura è diventare cittadini consapevoli.

Affinché l’adulto sia capace di garantire cura, occorre riceverla ed è per questo che diventa necessaria la consulenza per offrire nuovi mondi di esistenza, restituendo vitalità. Esperienze semplici, di qualità relazionale che sono racchiuse in quella che ho chiamato la pedagogia delle piccole cose.

Pedagogia contiene nella sua etimologia il significato di guidare il bambino e per estensione la persona. Sono proprio le piccole cose, visibili e invisibili, che ci accompagnano nella quotidianità, a volte a nostra insaputa. Le piccole cose le rintracciamo nei ricordi, nelle speranze, nell’immaginazione, nelle aspettative… Le piccole cose sono il linguaggio che prende forma nel gesto, nel tono della voce, nello sguardo, nel tocco e che stanno dentro le relazioni. Le piccole cose sono gli oggetti: la tazza della colazione della mattina, un quadro appeso, il sole che filtra tra le persiane…

Con la Pedagogia delle piccole cose intendo accompagnare il disagio, la difficoltà di una scelta, il bisogno di essere sostenuti. É un percorso che costruiamo insieme con delicatezza, come esploratori alla ricerca del senso profondo delle piccole cose. 

Mi rivolgo a genitori, insegnanti,
gruppi e chiunque abbia bisogno
di aiuto per affrontare momenti e
passaggi della vita difficili, confusi
in cui cercare un ancoraggio

Counseling

La consulenza che si propone può avere diverse direzioni. La base è un approccio centrato sulla persona e/o sul gruppo, a partire dai bisogni e dal contesto in cui si trova il singolo e la comunità. Come counselor biosistemico, ha particolare valenza la comunicazione rispettosa e un approccio a mediazione corporea, dove gesto, parola, tono della voce e contatto corporeo sono ingredienti con i quali costruire la relazione, apprendere dalla relazione e sostenere l’azione per favorire un processo trasformativo.

Le consulenze aiutano a mettere a fuoco le proprie risorse interne, con il fine di incoraggiare l’adesione alle proprie scelte individuali e competere l’autodeterminazione, il tutto inserito in un’ottica di complessità l’Io, l’altro e l’ambiente.

Partire dalle individualità offre condizioni di fiducia e sicurezza per contribuire a un cambiamento di paradigmi educativi, culturali e sociali; mi piace immaginare che seminare buone pratiche di amor di sé, possa contribuire al miglioramento della vita di tutti. Delicatezza, semplicità, lentezza, mettere a proprio agio la persona sono le posture relazionali che mi guidano. Il non giudizio e la non interpretazione sono per me fondamentali, co-costruendo il percorso di conoscenza, per dare una nuova forma al sentire e all’agire.

Mi rivolgo a genitori, insegnanti, gruppi e chiunque abbia bisogno di aiuto per affrontare momenti e passaggi della vita difficili e confusi in cui cercare un ancoraggio.

Consulenze in presenza nel mio studio a Faenza e ON-LINE.

Al di là della scelta di una
scuola statale, parentale o
dell’homeschooling, prima di
tutto occorre indagare di cosa
ha bisogno il proprio figlio/a

Consulenze che lasciano
fuori il “devo”

Consulenze per i genitori
Benessere scolastico/Scelte pedagogiche educative/Non solo scuola/Rapporto genitori e figli

La relazione genitori e figli è un divenire costante che in alcuni casi richiede esercizio della pazienza, disponibilità ad interrogarsi, a trovare strategie; tutto ciò mal si accompagna con la vita frenetica e le tante sollecitazioni che entrano all’interno del sistema famigliare.

Al di là della scelta di una scuola statale, parentale o dell’homeschooling, prima di tutto occorre indagare di cosa ha bisogno il proprio figlio/a, cosa sta esprimendo quando non accetta le regole o le rispetta ossessivamente.

L’atmosfera scolastica è spesso causa di ansia, preoccupazioni, dubbi, sfiducia da parte dei genitori. Tutte emozioni e sentimenti che si riflettono sui bambini.

Piccoli e meno piccoli tornano da scuola e in molti casi sono demotivati, svogliati, stanchi, impauriti e si sentono minacciati. Di fondo non si percepiscono riconosciuti. Quando un bambino non si sente visto, ascoltato, riconosciuto, valorizzato mette in atto comportamenti che sono richieste di attenzione, agiti disturbatori, oppositivi, stati d’animo passivi… Tutto ciò può fare molto male e incidere sull’autostima, la motivazione e la vitalità.

Di conseguenza gli equilibri famigliari si modificano, con un affaticamento di tutti i componenti.

La scuola organizzata in modo standardizzato, quindi uguale per tutti, non è in grado di andare verso il bambino o il ragazzo per riconoscere e valorizzare i suoi bisogni, non è capace di rispettare i tempi, gli stili e i ritmi di apprendimento. A volte, anche il tempo libero dedicato ad attività, laboratori, sport non sempre risponde alle esigenze della crescita e della scoperta di sé.

La consulenza accompagna l’indagine, con l’obiettivo di creare un percorso generativo di salute emotiva e relazionale. Un percorso allo scopo di essere in grado di tenere le redini educative, per non lasciare alla scuola e ad altri specialisti le sorti emotive e formative dei figli. Per questo il confronto con il pedagogista aiuta a individuare azioni, pratiche da mettere in campo nel qui e ora.

Consulenze che lasciano fuori il “devo”, ma che favoriscono il trovare il proprio equilibrio e quindi le proprie risorse, come persona e come genitori.

Consulenze in presenza nel mio studio a Faenza e ON-LINE.

Descolarizzare,

ovvero intraprendere

un percorso interiore

Consulenze per Educatori e Insegnanti

La scuola sta stretta non solo ai bambini e genitori, ma sempre più anche agli insegnanti. Docenti che vogliono abbandonare lo schema “cattedra e lezione frontale”, desiderosi invece di esplorare un modo diverso di fare didattica e dove valorizzare azioni educative, come sostegno all’apprendimento.

Abbandonare la strada conosciuta fa paura e lascia intendere che le potenziali perdite si perdono, si smarriscono. Un percorso che aiuta ad indagare sul proprio ruolo, focalizzarsi su cosa si sta cercando, per mettersi in gioco e realizzare nuovi percorsi professionali come le scuole parentali.

Col termine descolarizzare intendo un percorso interiore per scoprire quale è il nostro copione educativo e anche cosa ci àncora all’efficacia educativa: “sono un bravo insegnante se dò molti compiti?, sono un insegnante efficace se svolgo lezioni difficili?, sono un bravo insegnante quando ottengo che tutti gli alunni stanno zitti?”.

Non basta fare l’insegnante, occorre esserlo. Trasformarsi e trasformare il proprio ambiente lavorativo per una pedagogia autentica.

Consulenze in presenza nel mio studio a Faenza e ON-LINE.

La conduzione è un percorso di
indagine, a partire da domande
ai singoli che aiutano a comporre
una mappa di desideri condivisi,
di pensieri portati alla luce e
di volontà che possono divenire
azioni.

Consulenze per Gruppi e Comunità

Esistono delle comunità di pratica, composte da persone che combinano il fare, il parlare, il pensare il sentire e quindi l’appartenere.

Un gruppo che solitamente insegue un orizzonte comune, che mette a disposizione il proprio tempo ed energie, al fine di realizzare un progetto di cui ne beneficia la comunità allargata.

Tessere una tela comune non è semplice, apprendere a fare spazio all’opinione dell’altro non è scontato. Quando poi si aggiunge l’urgenza, il desiderio sfrenato di dare forma alla propria volontà, spesso si dà per scontata l’idea dell’altro. Così può succedere che dopo riunioni su riunioni ci si ritrova a navigare nei conflitti, nell’incertezza e vivere un senso di sconfitta o smarrimento.

La conduzione è un percorso di indagine, a partire da domande ai singoli che aiutano a comporre una mappa di desideri condivisi, di pensieri portati alla luce e alla volontà che possono divenire azioni.

L’uso della parola chiave e della frase direzionale aiuta i diversi componenti del gruppo a connettersi. La comunicazione ecologica (Jerome Liss) è strumento e fine nello stesso tempo; condurre la relazione senza giudizio, né interpretazione, con empatia affinché ciascun componente si senta libero, rispettato nel suo essere e esserci e quindi farsi portatore del rispetto e attenzione all’altro. Attraverso un percorso su confini e identità, si sostiene il percorso collettivo e si dà significato al proprio e altrui agire.

Si valorizza quindi la dimensione individuale, la dimensione collettiva e si rafforza l’intenzionalità del gruppo, con la messa a punto di strategie attraverso la pratica, l’esperienza, il fare e non solo il verbale.

Consulenze in presenza nel mio studio a Faenza e ON-LINE.

Sono disponibile a recarmi per una consulenza presso le sedi di gruppi e associazioni di progetti condivisi.

Cura

in latino cur è l’avverbio

interrogativo perché,

e se la cura fosse solo farsi

le domande giuste?

e se curare fosse continuare

a chiedersi perché?

e se la curiosità fosse il modo

migliore per curare?

Claudia Fabris, Parole sotto sale

Cura Educativa

La parola cura, nella relazione educativa parla di rispecchiamento e sostegno reciproco. Attraverso la cura si protegge, si consola, si accompagna favorendo il miglioramento della qualità dell’esistenza. Nella reciprocità prende forma la persona; l’incontro tra l’io e il tu si esprime attraverso il dialogo, i gesti, gli sguardi ea partire da queste condizioni che si costruisce la relazione, che è di sostegno al fare esperienza. Occorre quindi creare spazi di accoglienza, spazi temporali e spazi fisici per dare valore allo stare con l’altro attraverso la cura.

La cura è avere tempo, è avere spazio per sé e per l’altro, la cura è curiosità e meraviglia. La cura è un bisogno essenziale perché dice del bisogno dell’altro. Il bambino e il ragazzo hanno bisogno di essere accolti nello sguardo del genitore, dell’insegnante per divenire il loro poter essere e si apprende così a potere confidare nell’altro.

Nei contesti educativi occorre garantire attenzione a ciascuno, nella sua singolare individualità ed essere capaci di andare oltre i protocolli, le abitudini consolidate, i programmi e il solo istruire. La cura è la premessa per formare future generazioni che sappiano prendersi cura a loro volta degli altri e dell’ambiente.

La cura è diventare cittadini consapevoli.

Affinché l’adulto sia capace di garantire cura, occorre riceverla ed è per questo che diventa necessaria la consulenza per offrire nuovi mondi di esistenza, restituendo vitalità. Esperienze semplici, di qualità relazionale che sono racchiuse in quella che ho chiamato la pedagogia delle piccole cose.

Pedagogia contiene nella sua etimologia il significato di guidare il bambino e per estensione la persona. Sono proprio le piccole cose, visibili e invisibili, che ci accompagnano nella quotidianità, a volte a nostra insaputa. Le piccole cose le rintracciamo nei ricordi, nelle speranze, nell’immaginazione, nelle aspettative… Le piccole cose sono il linguaggio che prende forma nel gesto, nel tono della voce, nello sguardo, nel tocco e che stanno dentro le relazioni. Le piccole cose sono gli oggetti: la tazza della colazione della mattina, un quadro appeso, il sole che filtra tra le persiane…

Con la Pedagogia delle piccole cose intendo accompagnare il disagio, la difficoltà di una scelta, il bisogno di essere sostenuti. É un percorso che costruiamo insieme con delicatezza, come esploratori alla ricerca del senso profondo delle piccole cose.

Counseling

La consulenza che si propone può avere diverse direzioni. La base è un approccio centrato sulla persona e/o sul gruppo, a partire dai bisogni e dal contesto in cui si trova il singolo e la comunità. Come counselor biosistemico (www.biosistemica.net), ha particolare valenza la comunicazione rispettosa e un approccio a mediazione corporea, dove gesto, parola, tono della voce e contatto corporeo sono ingredienti con i quali costruire la relazione, apprendere dalla relazione e sostenere l’azione per favorire un processo trasformativo.

Le consulenze aiutano a mettere a fuoco le proprie risorse interne, con il fine di incoraggiare l’adesione alle proprie scelte individuali e competere l’autodeterminazione, il tutto inserito in un’ottica di complessità l’Io, l’altro e l’ambiente.

Partire dalle individualità offre condizioni di fiducia e sicurezza per contribuire a un cambiamento di paradigmi educativi, culturali e sociali; mi piace immaginare che seminare buone pratiche di amor di sé, possa contribuire al miglioramento della vita di tutti. Delicatezza, semplicità, lentezza, mettere a proprio agio la persona sono le posture relazionali che mi guidano. Il non giudizio e la non interpretazione sono per me fondamentali, co-costruendo il percorso di conoscenza, per dare una nuova forma al sentire e all’agire.

Mi rivolgo a genitori, insegnanti, gruppi e chiunque abbia bisogno di aiuto per affrontare momenti e passaggi della vita difficili e confusi in cui cercare un ancoraggio.

Consulenze in presenza nel mio studio a Faenza e ON-LINE.

Consulenze per i genitori
Benessere scolastico /Scelte pedagogiche educative/Non solo scuola/Rapporto genitori e figli

La relazione genitori e figli è un divenire costante che in alcuni casi richiede esercizio della pazienza, disponibilità ad interrogarsi, a trovare strategie; tutto ciò mal si accompagna con la vita frenetica e le tante sollecitazioni che entrano all’interno del sistema famigliare.

Al di là della scelta di una scuola statale, parentale o dell’homeschooling, prima di tutto occorre indagare di cosa ha bisogno il proprio figlio/a, cosa sta esprimendo quando non accetta le regole o le rispetta ossessivamente.

L’atmosfera scolastica è spesso causa di ansia, preoccupazioni, dubbi, sfiducia da parte dei genitori. Tutte emozioni e sentimenti che si riflettono sui bambini.

Piccoli e meno piccoli tornano da scuola e in molti casi sono demotivati, svogliati, stanchi, impauriti e si sentono minacciati. Di fondo non si percepiscono riconosciuti. Quando un bambino non si sente visto, ascoltato, riconosciuto, valorizzato mette in atto comportamenti che sono richieste di attenzione, agiti sulla disturbatori, oppositivi, stati d’animo passivi… Tutto ciò può fare molto male e incidere sull’autostima, motivazione , sulla vitalità.

Di conseguenza gli equilibri famigliari si modificano, con un affaticamento di tutti i componenti.

La scuola organizzata in modo standardizzato, quindi uguale per tutti, non è in grado di andare verso il bambino o il ragazzo per riconoscere e valorizzare i suoi bisogni, non è capace di rispettare i tempi, gli stili ei ritmi di apprendimento. A volte, anche il tempo libero dedicato a attività, laboratori, sport non sempre risponde alle esigenze della crescita e della scoperta di sé.

La consulenza accompagna l’indagine, con l’obiettivo di creare un percorso generativo di salute emotiva e relazionale. Un percorso allo scopo di essere in grado di tenere le redini educative, per non lasciare alla scuola e ad altri specialisti le sorti emotive e formative dei figli. Per questo il confronto con il pedagogista aiuta a individuare azioni, pratiche da mettere in campo nel qui e ora.

Consulenze che lasciano fuori il “devo”, ma che favoriscono il trovare il proprio equilibrio e quindi le proprie risorse, come persona e come genitore.

Consulenze in presenza nel mio studio a Faenza e ON-LINE.

Consulenze per Educatori e Insegnanti

La scuola sta stretta non solo ai bambini e genitori, ma sempre più anche agli insegnanti. Docenti che vogliono abbandonare lo schema “cattedra e lezione frontale”, desiderosi invece di esplorare un modo diverso di fare didattica e dove valorizzare azioni educative, come sostegno all’apprendimento.

Abbandonare la strada conosciuta fa paura e lascia intendere che le potenziali perdite si perdono, si smarriscono. Un percorso che aiuta ad indagare sul proprio ruolo, focalizzarsi su cosa si sta cercando, per mettersi in gioco e realizzare nuovi percorsi professionali come le scuole parentali.

La consulenza a cosa significa descolarizzare, ovvero intraprendere un percorso interiore per scoprire quale è il nostro copione educativo e anche cosa ci àncora all’efficacia educativa: “sono un bravo insegnante se dò compiti molti?, sono un insegnante efficace se svolgo lezioni difficili ? , sono un bravo insegnante quando ottengo che tutti gli alunni stanno zitti?”.

Non basta fare l’insegnante, occorre esserlo. Trasformarsi e trasformare il proprio ambiente lavorativo.

Consulenze per Gruppi e Comunità

Esistono delle comunità di pratica, composte da persone che combinano il fare, il parlare, il pensare il sentire e quindi l’appartenere.

Un gruppo che solitamente insegue un orizzonte comune, che mette a disposizione il proprio tempo ed energie, al fine di realizzare un progetto di cui ne beneficia la comunità allargata.

Tessere una tela comune non è semplice, apprendere a fare spazio all’opinione dell’altro non è scontato. Quando poi si aggiunge l’urgenza, il desiderio sfrenato di dare forma alla propria volontà, spesso si dà per scontata l’idea dell’altro. Così può succedere che dopo riunioni su riunioni ci si ritrova a navigare nei conflitti, nell’incertezza e vivere un senso di sconfitta o smarrimento.

La conduzione è un percorso di indagine, a partire da domande ai singoli che aiutano a comporre una mappa di desideri condivisi, di pensieri portati alla luce e alla volontà che possono divenire azioni.

L’uso della parola chiave e della frase direzionale aiuta i diversi componenti del gruppo a connettersi. La comunicazione ecologica (Jerome Liss) è strumento e fine nello stesso tempo; condurre la relazione senza giudizio, né interpretazione, con empatia affinché ciascun componente si senta libero, rispettato nel suo essere e esserci e quindi farsi portare del rispetto e attenzione all’altro. Attraverso un percorso su confini e identità, si sostiene il percorso collettivo e si dà significato al proprio e altrui agire.

Si valorizza quindi la dimensione individuale, la dimensione collettiva e si rafforza l’intenzionalità del gruppo, con la messa a punto di strategie attraverso la pratica, l’esperienza, il fare e non solo il verbale.

Consulenze in presenza nel mio studio a Faenza e ON-LINE.

Sono disponibile a recarmi per una consulenza presso le sedi di gruppi e associazioni di progetti condivisi.